
La PGTM propriamente detta, quando nella coppia esiste un rischio aumentato di trasmettere una specifica malattia genetica alla prole (es. Fibrosi cistica, Beta talassemia, ecc.).
In questo caso la diagnosi è mirata a identificare embrioni affetti da quella determinata patologia genetica.




La maggiore applicazione oggi della diagnosi preimpianto è sicuramente rappresentata dalla PGTA, screening delle anomalie cromosomiche per migliorare gli outcomes riproduttivi delle coppie infertili e l’efficienza dei trattamenti di fecondazione in vitro in generale.
Questo particolarmente perché è ben noto che con l’avanzare dell’età riproduttiva della donna aumentano le anomalie cromosomiche negli embrioni in modo esponenziale, come dimostrato nella figura sottostante adattata da un recente lavoro scientifico basato sull’analisi di più di 15000 biopsie del trofoectoderma (Frasiniak et al., Fertility and Sterility 2014).
LE FINALITÀ DELLA DIAGNOSI PRE-IMPIANTO CON SCREENING CROMOSOMICO, PGTA
Le finalità della diagnosi pre-impianto con screening cromosomico sono:
- Diminuire il tasso di aborto (mediamente in pazienti di 39 anni il tasso di aborto di attesta intorno al 40%, tramite la diagnosi pre-impianto con screening cromosomico tale tasso si riduce al 7-8%);
- Minimizzare l’incidenza di gravidanze con feti affetti da anomalie cromosomiche quali Sindrome di Down,
Trisomia 13 e 18; - Evitare l’inutile attesa del test di gravidanza (mediamente una paziente di 39 anni produce il 60% di blastocisti aneuploidi e il 35% dei cicli di PMA intrapresi a questa età non presentano alcun embrione normale cromosomicamente);
- Incrementare il tasso di gravidanza a termine per trasferimento embrionale (il quale aumenta mediamente fino al 50% indipendentemente dall’età della donna, purché sia identificato e trasferito un embrione normale all’analisi di PGTA);
- Minimizzare l’occorrenza di gravidanze gemellari e plurime (dopo screening cromosomico gli embrioni risultati normali possiedono un elevatissimo tasso di impianto non giustificando in nessun caso il trasferimento di due o più embrioni contemporaneamente. Conseguentemente si fanno solo trasferimenti di singoli embrioni e si minimizzano le gravidanze plurime che rappresentano un importante fattore di rischio ostetrico e neonatale per la gravidanza);
- Ridurre il tempo prezioso che una coppia investe per raggiungere una gravidanza a termine.


- PCR (Polymerase Chain Reaction) o qPCR indicata principalmente per la diagnosi di malattie monogeniche;
- SNP microarray indicata principalmente per la valutazione dell’intero assetto cromosomico (nel centro principalmente utilizzata per coppie portatrici di traslocazioni reciproche ed altre anomalie strutturali del cariotipo parentale);
- qPCR (quantitative Polymerase Chian Reaction) in cui si analizzano le anomalie numeriche della totalità dei cromosomi che compongono il nostro genoma. Con questa metodica, utilizzata esclusivamente in Europa dal nostro centro, l’intero assetto cromosomico dell’embrione è analizzato con elevata accuratezza diagnostica tramite la tecnica basata su real time PCR.
La metodica di analisi molecolare impiegata nei centri GENERA è la quantitative polymerase chain reaction (qPCR), piattaforma di screening dei 24 cromosomi che assicurano la massima affidabilità ed accuratezza diagnostica come dimostrato in diverse pubblicazioni scientifiche (Treff et al., Fertility and Sterility 2012; Capalbo et al., European Journal of Human Genetics 2014). Un esempio dei risultati ottenuti dopo l’analisi dei 24 cromosomi tramite qPCR è rappresentato nella figura seguente.